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Imparo a consolarmi
Perché è più facile confortare un bambino o un amico che confortare noi stessi? Perché quando siamo turbati, agitati o tristi, abbiamo così poca pazienza e indulgenza verso noi stessi? Perché siamo così poco propensi a prenderci cura di noi stessi?
In questo manuale di autoconforto, ogni pagina ti incoraggia ad accogliere le tue debolezze, i tuoi dolori e le tue ferite come faresti con un amico, con gentilezza e compassione.
Attraverso 30 workshop terapeutici concepiti come capsule di conforto, puoi praticare più di 150 esercizi che ti aiuteranno a darti ciò di cui hai bisogno giorno dopo giorno e ad avanzare verso la calma.

I poteri insospettati dell'intuizione
Cosa ci aiuta davvero a guarire? Come possiamo lenire in modo duraturo il nostro corpo e la nostra mente? Come possiamo ritrovare la nostra profonda vitalità?
Vero e proprio viaggio alle frontiere della coscienza, quest'opera indaga i poteri dell'intuizione come leva di guarigione, grazie all'armonia globale.
Man mano che la sua indagine procede, l'autore combina abilmente prove scientifiche e testimonianze. Scopre che l'intuizione, più che una semplice bussola per orientarsi nella vita, è un potente strumento terapeutico.
Meditazione, esercizi di visualizzazione, sogni ad occhi aperti, sciamanesimo, trance... si utilizzano numerose tecniche pensate per espandere la coscienza, imparare ad ascoltare i messaggi che il corpo ci invia, riconnetterci con la nostra energia vitale e risvegliare le nostre facoltà di autoguarigione.
Il meraviglioso potere della consolazione
Il desiderio di essere consolati è universale e antico. Esprime il nostro modo particolare di relazionarci con noi stessi e con gli altri esseri umani. Gesti, preghiere, passeggiate, musica e opere d'arte ci confortano conducendoci verso la serenità.
Attraverso 30 laboratori terapeutici e 150 esercizi, lo psicologo clinico Saverio Tomasella ci risponde in questo libro consolatorio.
Perché la consolazione è vitale?
Durante tutta la nostra esistenza, dalla nascita alla morte, ognuno di noi vive momenti di sofferenza, dolore, avversità. Di fronte a questi dolori o difficoltà, abbiamo bisogno di consolazione, ovvero di presenza, comprensione e conforto.
Alcune persone hanno bisogno di più consolazione?
Tutti hanno bisogno di essere consolati, in un modo o nell'altro, ma alcune persone possono averne più bisogno. I bambini, gli anziani, le persone che affrontano una grave malattia o un periodo di lutto, ecc. Inoltre, se siamo segnati da drammi o tragedie, il nostro bisogno di consolazione è ancora più grande. È il caso, ad esempio, dei bambini che sono stati abbandonati, abusati, maltrattati o trascurati.
Perché è più facile consolare qualcun altro piuttosto che se stessi?
Ci sono due spiegazioni principali. Da un lato, è più facile rendersi conto di cosa potrebbe aiutare qualcuno in difficoltà, perché con il senno di poi sentiamo come accompagnarlo o sostenerlo, mentre manchiamo di distacco nei confronti di noi stessi. D'altra parte, una cultura moralista ci ha a lungo inculcato di non ascoltarci, di non lamentarci, ecc. Crediamo quindi, a torto, di non aver bisogno di essere consolati.
Qual è la differenza tra empatia, compassione e consolazione?
L'empatia ci permette di sentire ciò che prova un'altra persona, quindi potenzialmente di capire ciò che sta vivendo. A questa capacità, la compassione aggiunge il desiderio di alleviare la sua sofferenza o di condividere la sua gioia. Il conforto è l'ultimo passo, dopo l'empatia e la compassione, che consiste nel portare conforto alla persona che ne ha bisogno.
In cosa consiste l'autocompassione?
L'autocompassione, o compassione verso se stessi, è la capacità di accogliere con benevolenza i nostri sentimenti in tutte le situazioni, senza giudicarci, dimostrando comprensione e clemenza verso noi stessi.
Come liberarsi dalla positività tossica?
Si tratta semplicemente di essere autentici, quindi di non fingere. Se soffro, se sono addolorato, se non sto bene, accetto questa difficoltà o questo dolore misurando quanto mi pesa. Solo allora potrà arrivare il momento di un vero conforto.
Perché è importante dialogare con il proprio corpo?
Il principale difetto della psicologia è quello di spingere le persone a “riflettere” su se stesse o su ciò che accade loro. In questo modo rimangono bloccate nella mente. A livello di pensiero, tutto è possibile e si rischia di girare a vuoto all'infinito. Il corpo, invece, non mente e non inganna. Quando iniziamo ad ascoltare le nostre sensazioni corporee, possiamo rapidamente capire di cosa abbiamo bisogno per riposarci, rilassarci e stare meglio.
Si può fare pace con la propria infanzia?
Sì, assolutamente. Fare pace con la propria infanzia richiede tre fasi principali.
1. Riprendere contatto con la nostra infanzia e adolescenza.
2. Accettare che abbiamo fatto del nostro meglio all'epoca, in ogni situazione.
3. Misurare i dolori non consolati per portare oggi a noi stessi la comprensione e il conforto che ci sono mancati all'epoca.
Come imparare ad amarsi?
È un percorso che dura tutta la vita. Inizia con l'accettarci per come siamo, con i nostri limiti, la nostra storia e i nostri difetti, prendendoci il tempo di ascoltarci per rispettare i nostri bisogni e le nostre aspirazioni.
Qual è il potere consolatorio della musica e dell'arte?
La musica è una consolatrice universale grazie alle ninne nanne, alle canzoni popolari, ai canti folcloristici e alla musica colta, che esprimono tutta la gamma dei sentimenti umani. Anche la pittura, la letteratura e il cinema sono arti consolatorie. Non solo ci distraggono, ma ci offrono anche il potere consolatorio della bellezza.
Saverio Tomasella, J’apprends à me consoler, Larousse, 2025.
